
Gesù era solito spiegare che coloro che consideravano di essere Suoi discepoli avrebbero dovuto calcolare prima il costo (Lc 4:28) perché non c’era modo di tornare indietro una volta che uno si era messo sulla sua strada, che era meglio non aver intrapreso affatto il viaggio piuttosto che iniziare e poi abbandonare. Questa affermazione in Luca 9 segue una sezione in cui Gesù si rivolge a diversi che avevano trovato scuse sul perché dovevano ritardare a seguire Gesù.
Quando «mettiamo mano all’aratro» dobbiamo essere pronti per una vita di relazione con Cristo e per seguire Cristo. Lui ha pianificato la nostra vita di servizio e trasformazione dall’inizio alla fine, ed è contento quando mettiamo mano all’aratro, ma non diventiamo come quei semi gettati su un terreno superficiale o roccioso che sembrano gioire subito in Cristo, solo per poi cadere quando diventa una lotta o ci annoiamo.
Nella Scrittura ci viene promesso che poiché Dio ci ha dato il suo Spirito Santo, siamo suggellati per il giorno della redenzione. Ma coloro a cui è dato lo Spirito Santo di perseveranza assomigliano molto a coloro che si entusiasmano per Dio all’inizio nel regno naturale ma non hanno alcun potere di resistenza. È doveroso anche per il credente fiducioso pregare sempre per la perseveranza e la grazia di Dio per continuare con Lui, affinché possano finire la corsa e vincere il premio (Atti 20:24).
Servire è una grazia; se non serviamo non stiamo privando di qualcosa Dio, visto che è onnipotente e autosufficiente, né il mio fratello né il mondo, perché Dio può provvedere a loro in altro modo che non attraverso me, ma stiamo privando noi stessi di qualcosa, di gioia, di felicità, di piena soddisfazione perché servire Dio e vivere in comunione con lui è la unica cosa che può soddisfarci in pieno.
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